Chi è Jero?

Jero, al secolo Jerome Charles White Jr., è la stella emergente della canzone tradizionale giapponese, la enka. La sua storia personale è abbastanza interessante. Sua nonna era una giapponese trasferitasi in america il cui unico legame con la patria era la sua collezione di dischi di musica tradizionale. Il piccolo Jero (un jerottino!! Lo so, era brutta ma non sono riuscito a trattenermi!!), per ingraziarsi la sua nonna preferita, iniziò a studiare giapponese e a cantare sui dischi della vecchina.

Una volta cresciuto Jero inizia la sua esperienza in Giappone... come impiegato (uguale al sottoscritto) e inizia a cantare al karaoke con gli amici. Una bella sera un produttore lo sente, lo scrittura e lo invia a tutte le sagre paesane e feste popolari varie. Il giovinotto però è così bravo da conquistarsi il favore del pubblico e la sua fama arriva anche in televisione, anche se per via dei numerosi impegni nel profondo della campagna giapponese è impossibilitato a presentarsi sul piccolo schermo.

Inutile dire che non appena è tornato a Tokyo è immediatamente scoppiato il boom! Programmi in tv, pubblicità, dischi e concerti. Jero adesso è una star ed è ricco e famoso (diversamente dal sottoscritto).

Ma perchè parlo di Jero? Perchè il mio superpresidente megagalattico dott. ing. prot. lup.man. gr.fgl.di put. è il primo dei fan di Jero, lo ha incontrato, lo ha invitato in azienda (e lui ci è andato, prima che venissi assunto quindi niente foto pubblicabili) e al karaoke canta tutte le sue canzoni. Come lo so? Perchè mercoledì sono andato a mangiare con lui e altri superiori e poi siamo andati al karaoke!!

Ma io in giapponese conosco solo canzoni di cartoni animati!!

In ogni caso, me la sono cavata...

Ma adesso mi tocca allenarmi e ingrandire il repertorio. Ordini dall'alto!!


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iNstituto di cultura italiano...

Mi scuso in anticipo per la foto sfocata, l'ho fatta col cellulare e la luce era poca ma vi giuro che c'era scritto proprio così!!!
Antefatto: Questa settimana ho partecipato con l'azienda per cui lavoro alla Tokyo International Book Fair nella sezione Digital Publishing Fair. Il nostro prodotto, infatti, è un software per impaginare automaticamente volantini, cataloghi e simili. Alla fiera partecipavano le più inportanti case editrici del paese, Shueisya, Shogakukan, ecc... e alcune rappresentanze internazionali tra cui gli spagnoli, i francesi con Galant e gli italiani con l'Istituto di Cultura.
Fattaccio: Sorvoliamo sul pessimo allestimento (scaffali Ikea con la pala e due tele per dipingere enormi usate a mò di muro con un enorme disegno di una casa nel tipico stile di un bambino delle elementari con la scritta "Italia", il tutto colorato con i pasteli. Costo stimato: 15 euro e 75 centesimi esclusi gli scaffali). Ma la cosa su cui non sono riuscito a transigere è stata la targa!
Instituto di Cultura Italiano
Ho capito l'internazionalizzazione... ma non è un pò eccessivo?
Non mi è sembrato il caso di protestare né di farglielo notare, se non sono stati in grado di accorgersene da soli (non mi sembra possibile) o almeno di farselo correggere (mi sembra più probabile) credo che certe figuracce se le meritano proprio.

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Manneken Pis 2

Come preannunciato, con un pò di anticipo rispetto al previsto visto che il fattaccio risale al 27 del mese, hanno cambiato d'abito il bambiniello.
Direi che lo hanno acconciato versione figlio dei fiori...

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