Buon Natale e un felice anno nuovo a tutti!!

Tanti auguri a tutti, anche se con un po' di ritardo.

Nonostante più o meno in tutto il mondo il 25 di dicembre sia un giorno festivo qui in Giappone... no!

Per cui il nostro eroico indeFesso è andato in ufficio sia alla vigilia che a Natale e ci è rimasto fino alle 18!!

Grazie al cielo c'è anche qualcuno che sente lo spirito del Natale: i ferrovieri della JR!

Mentre mi decidevo a scrivere questo post hanno ben pensato di addobbare il puttino anche per capodanno.

Per farmi perdonare del ritardo nell'aggiornare il blog vi racconterò di una cosa che mi è successa.

Come ho già detto in un post precedente, per andare in ufficio indosso un completo. Dall'Italia ne ho portati 3, 1 estivo e 2 invernali, e tra quelli invernali c'è anche il vestito con cui mi sono laureato (all'epoca avevo solo quello ) che è più elegante.

Purtroppo ad usarli tutti i giorni questi capi si consumano e si sporcano per cui, non potendo lavarli in lavatrice, inevitabilmente ci sono periodi in cui non ho niente da mettermi. Mio malgrado me ne sono dovuto comprere un altro.

Siccome non mi andava di spendere troppo sono andato nei grandi magazzini. Subito le differenze fisiche tra italiani e giapponesi sono diventate un problema.

La lunghezza delle mie braccia, in particolare, mal si adatta ai vestitini nipponici!!

Nel primo negozio in cui sono andato ne ho provati 3! Nel secondo e nell'ultimo 2.

Alla fine ho trovato un buon compromesso tra prezzo e dimensioni.

Per finire, posto le foto delle luminarie di Kichijoji, vicino casa e del compleanno dell'Imperatore (23 Dicembre).

Auguri a Tutti!!

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È arrivato il freddo

È arrivato l'inverno e quando qui arriva il freddo arriva direttamente dalla Russia e dal nord del pacifico, per cui fa freddo sul serio.

Curiosamente la mattina fa molto più freddo della sera. Sarà pe via del fatto che il suolo cattura il calore del giorno e lo rilascia la sera.

E col freddo aumenta il rischio di incendi.

Le stufe a gasolio infatti sono molto diffuse e le possibilità di dare fuoco al quartiere sono altine.

È di oggi la notizia di una esplosione a Shibuya, nella zona residenziale del quartiere.

Un attore si teneva in casa i ferri del mestiere, polvere da sparo per le pistole di scena!!!

Per cui tutti a dotarsi di sistemi di prevenzione degli incendi a cominciare dal rilevatore di fumo!

"Col fuoco non si scherza!" dice il Manneken Piss di Hamamatucho!

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Degno di Ratman!!

Vi invito a leggere un post apparso sul blog del prof. Sandro Fusina, sul sito del giornale "Il Foglio".

http://www.ilfoglio.it/blog/704

L'Istituto Universitario "Orientale" di Napoli, questa esimio e documentatissimo professore la denominazione esatta dell'Università degli studi di Napoli "L'Orientale" fino al 2002, anno in cui passa da istituto universitario a università, è uno dei principali centri per lo studio delle lingue orientali in Italia, secondo solo alla "Ca'Foscari" di Venezia, altro nome bizzarro, vero professore?

Trovo giusta la sua osservazione a proposito del corso di berbero, valida tra l'altro anche per quello di coreano o di tibetano, lingue minori, vicine alla scomparsa, fondamentalmente inutili al di fuori dell'ambito della ricerca universitaria. Improduttive, oserei dire.

Peccato che l'italiano sia condannato a fare la stessa fine, una lingua troppo difficile da imparare velocemente, inutile dal punto di vista degli scambi commerciali, destinata ad essere sostituita dall'inglese.

Anzi, sa che le dico, in malora anche l'archeologia e la storia! Chi se ne frega di tutto quel vecchiume! Senza contare i fastidi e i ritardi che il ritrovamento di reperti antichi procura ai cantieri edili. Pensi che i tempi di realizzazione della Linea 1 della metropolitana di Napoli sono raddoppiati a causa del ritrovamento del porto antico durante gli scavi, oltre che alla scarsa voglia di lavorare tipica dei partenopei, ovviamente. Pensi, una nave romana sepolta sotto una delle piazze più importanti e trafficate del centro, che cosa inopportuna e inutile!

Sposando la sua linea di pensiero si potrebbe tranquillamente telefonare al CERN e chiedere di bloccare tutti gli esperimenti! Alzi la mano a chi frega qualcosa del Big Bang, un evento di cui non si ha neanche la certezza che sia realmente accaduto.

Certo, l'Orientale andrebbe riformata, razionalizzata, ammodernata. Troppe le cose che non vanno e che potrebbero essere migliorate semplicemente cacciando qualche dinosauro e lasciando un po' più di spazio alla meritocrazia. Ma da qui a chiuderla...

Mi meraviglia che tale osservazione giunga da una una persona che si occupa di fotografia e di iconografia come lei, un ex-professore universitario che dovrebbe conoscere bene il valore della ricerca e dello studio, anche se economicamente improduttivo, e provo solo pietà e solidarietà per quegli studenti che hanno avuto la sfortuna di studiare e dare esami con lei.

Oltretutto, trovo altamente ingiusto che lei scriva di chiudere un'università da uno spazio pagato dagli immeritati contributi all'editoria che "Il Foglio", come altre testate italiane, riceve. Se un giornale non viene comprato da un numero sufficiente di lettori, al paese mio chiude! Anzi no, al paese mio viene sovvenzionato! Il vero spreco è la carta per stampare il giornale su cui lei scrive, se mi permette.

A proposito, Pechino e Shanghai si trovano entrambe in Cina e la prima ne è addirittura la capitale, magari avrebbe ottenuto un risultato migliore citando Hong Kong anziché Shanghai, ma la capisco, sa? Un paese così lontano, a chi vuole che impoti più di tanto!!

Cordialmente suo.

Ring

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La Cina è (fin troppo) vicina!!

Vi starete chiedendo, o almeno lo spero, che fine ho fatto in questi mesi , e perchè ho scritto così poco.

Mettiamo che un bel giorno il vostro superiore venga da voi e vi dica:"andiamo in libreria, c'è un libro che vorrei che tu leggessi!".

NON VI FIDATE! Potreste trovarvi in mano, come è capitato a me, "Fondare un'azienda per dummy". Insomma, a me a alla mia collega neoassunta Gabrielle ci è stato assegnato il compito di pianificare una nuova azienda in Cina. Gabrielle si è data alla macchia dopo una settimana per poi accampare una scusa che sta in piedi come un budino mezzo mangiato "Un caro amico di mio padre è finito in ospedale e io gli devo fare da interprete!" (lei è brasiliana). Io sono stato più di un mese fra conti, leggi cinesi, siti internet tradotti con google e cazziate per gli errori (inevitabili) che commettevo.

Come tutti sapranno io sto alla matematica e al cinese come un lottatore di sumo sta alla dieta!

Insomma, alla fine è uscito qualcosa di presentabile e abbiamo organizzato con i nostri partner una settimana di incontri in Cina per conoscere le autorità locali e l'università da cui assumeremo il personale part-time.

E così un lunedì ho lasciato Tokyo per arrivare a... Secondigliano!!

Vi giuro che questa è stata la prima impressione che ho avuto sceso all'aeroporto. Impressione confermata dal viaggio in auto che ci ha portato da Shanghai a Ningbo (la città in cui baseremo l'azienda). La Cina mi è sembrata proprio una grande Secondigliano, palazzoni stile 167 allineati l'uno dopo l'altro, polvere dappertutto e automobili piene di ammaccature e strade costruite da un idiota senza fossi e lavaroni ma con dossi che sembrano colline. Mancavano solo i cassonetti pieni di immondizia e in un certo senso mi sembrava quasi di sentirmi a casa!

Avvicinandosi al centro di Ningbo il paesaggio è cambiato, basta Secondigliano, ecco Marano!! Uno squallore indescrivibile (con tutto l'affetto e il rispetto per i maranesi, Cavone incluso!)!! Sarà che io vedevo le cose con gli occhi di chi è in un posto per affari e non vede l'ora di tornare a casa, in ogni caso non credo che la Cina faccia al caso mio. Le cose vanno meglio nel cuore della città, dove il lusso abbonda e si vede ancora qualche costruzione in stile.

Il rapido sviluppo economico della Cina ha infatti causato una riedificazione totale delle principali città per cui, per esempio a Shanghai, mi sono sentito dire che edifici antichi non ce ne sono più. Mi è stato mostrato, con il malcelato orgoglio di chi ha trovato qualcosa che potrebbe interessare l'interlocutore, il quartiere occidentale di Shanghai le cui case avevano addirittura 50 anni! Ma io volevo vedere delle case cinesi! Mi hanno portato nel tempio più antico ed era in cemento armato!! Insomma il progresso ha avuto la precedenza sulla conservazione dei beni storico architettonici di Shanghai.

Un capitolo a parte merita il cibo.

Voi vi penserete che i cinesi mangiano cose strane tipo lingua di anatra, cetrioli di mare, testicoli di bue e quant'altro... e infatti avete proprio ragione!!

Mangiano proprio cose strane e mollicce e almeno il 50% delle portate è così, ma il restante è buono anche se la troppa varietà dei cibi porta a una certa omologazione dei sapori.

I cinesi infatti, quando sono al ristorante, ordinano una selezione di piatti tutti diversi che vengono sistemati su un piano rotante al centro del tavolo (proprio come nei ristoranti cinesi in Italia) e poi condividono le portate servendosi la propria parte dal piatto di portata. Non bisogna mai finire una portata per intero o le persone che vi hanno invitato penseranno che voi ne vogliate ancora (il piatto è vuoto quindi era buono e ne volete ancora), è meglio lasciarne un pò nel piatto di portata o non la finirete più di mangiare. Ma i sapori sono come i profumi, se ne provi troppi tutti insieme i sensi si stancano e non si sentono più le differenze tra un piatto e l'altro (tra una zuppetta di medusa e una zampa di rana in umido, tanto per dirne una!).

Anche all'aspetto le portate hanno delle sembianze piuttosto inquietanti.

L'anatra alla pechinese, invece, è proprio buona e andrebbe provata. Io l'ho assaggiata avvolta in una sfoglia di pasta di riso con cipolline e una salsina di... non saprei, forse soia fermentata, comunque era molto buona!

Sono tornato sano e salvo, incontaminato direi, o almeno spero.

Piccola nota, qual è stata la prima cosa che mi hanno servito sull'aereo sia all'andata che al ritorno, secondo voi? Il caffé accompagnato dal latte in polvere della Nestlé!! Con tutti i casini che avete fatto con sta roba adesso proprio a me lo volete rifilare???

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Olimpic Fever

E finalmente posso rubare un pò di tempo al lavoro per scrivere due righe.

Comincerei, come dovuto, dai vestitini nuovi del bronzeo marmocchio della stazione.

Il nostro non poteva non essere trascinato nell'Olimpic Fever che ha coinvolto il paese.

L'ansia sofferta soprattutto dagli atleti nipponici più che dai loro supporters è stata palpabile. Questi poverelli infatti, oltre a farsi il mazzo sulle piste e sui campi si sono anche dovuti sorbire la pressione dei media, evidentemente seccati dal fatto che, almeno nella prima fase dei giochi, le medaglie tardavano ad arrivare e che le loro previsioni e i loro pronostici venissero smentiti dai fatti.

È stata poi la volta della guardia costiera. Indossate tutti i giubbotti prima di tuffarvi, eh!

E infine, questo mese, finalmente un pò di svago, un pò di leggerezza. Un bel costumino da festa paesana e via a far baldoria fino a sera, e inaftti i postumi della sbronza sono evideni! Si sà, tanto alcool, tanta plin plin!

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Chi è Jero?

Jero, al secolo Jerome Charles White Jr., è la stella emergente della canzone tradizionale giapponese, la enka. La sua storia personale è abbastanza interessante. Sua nonna era una giapponese trasferitasi in america il cui unico legame con la patria era la sua collezione di dischi di musica tradizionale. Il piccolo Jero (un jerottino!! Lo so, era brutta ma non sono riuscito a trattenermi!!), per ingraziarsi la sua nonna preferita, iniziò a studiare giapponese e a cantare sui dischi della vecchina.

Una volta cresciuto Jero inizia la sua esperienza in Giappone... come impiegato (uguale al sottoscritto) e inizia a cantare al karaoke con gli amici. Una bella sera un produttore lo sente, lo scrittura e lo invia a tutte le sagre paesane e feste popolari varie. Il giovinotto però è così bravo da conquistarsi il favore del pubblico e la sua fama arriva anche in televisione, anche se per via dei numerosi impegni nel profondo della campagna giapponese è impossibilitato a presentarsi sul piccolo schermo.

Inutile dire che non appena è tornato a Tokyo è immediatamente scoppiato il boom! Programmi in tv, pubblicità, dischi e concerti. Jero adesso è una star ed è ricco e famoso (diversamente dal sottoscritto).

Ma perchè parlo di Jero? Perchè il mio superpresidente megagalattico dott. ing. prot. lup.man. gr.fgl.di put. è il primo dei fan di Jero, lo ha incontrato, lo ha invitato in azienda (e lui ci è andato, prima che venissi assunto quindi niente foto pubblicabili) e al karaoke canta tutte le sue canzoni. Come lo so? Perchè mercoledì sono andato a mangiare con lui e altri superiori e poi siamo andati al karaoke!!

Ma io in giapponese conosco solo canzoni di cartoni animati!!

In ogni caso, me la sono cavata...

Ma adesso mi tocca allenarmi e ingrandire il repertorio. Ordini dall'alto!!


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iNstituto di cultura italiano...

Mi scuso in anticipo per la foto sfocata, l'ho fatta col cellulare e la luce era poca ma vi giuro che c'era scritto proprio così!!!
Antefatto: Questa settimana ho partecipato con l'azienda per cui lavoro alla Tokyo International Book Fair nella sezione Digital Publishing Fair. Il nostro prodotto, infatti, è un software per impaginare automaticamente volantini, cataloghi e simili. Alla fiera partecipavano le più inportanti case editrici del paese, Shueisya, Shogakukan, ecc... e alcune rappresentanze internazionali tra cui gli spagnoli, i francesi con Galant e gli italiani con l'Istituto di Cultura.
Fattaccio: Sorvoliamo sul pessimo allestimento (scaffali Ikea con la pala e due tele per dipingere enormi usate a mò di muro con un enorme disegno di una casa nel tipico stile di un bambino delle elementari con la scritta "Italia", il tutto colorato con i pasteli. Costo stimato: 15 euro e 75 centesimi esclusi gli scaffali). Ma la cosa su cui non sono riuscito a transigere è stata la targa!
Instituto di Cultura Italiano
Ho capito l'internazionalizzazione... ma non è un pò eccessivo?
Non mi è sembrato il caso di protestare né di farglielo notare, se non sono stati in grado di accorgersene da soli (non mi sembra possibile) o almeno di farselo correggere (mi sembra più probabile) credo che certe figuracce se le meritano proprio.

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Manneken Pis 2

Come preannunciato, con un pò di anticipo rispetto al previsto visto che il fattaccio risale al 27 del mese, hanno cambiato d'abito il bambiniello.
Direi che lo hanno acconciato versione figlio dei fiori...

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Il Manneken Pis ad Hamamatsucho

La stazione a cui scendo ogni mattina per andare in ufficio si chiama Hamamatsucho, e si trova nella zona di Shiba.

Destino vuole che tutti i giorni io poggi la mia scarpetta nera più o meno nello stesso punto e cioé vicino ad una statua che adorna il binario in direzione Shinagawa.

La prima volta che ho visto questa statua era così.

Sulle prime non mi sono fatto troppe domande.

Ho pensato che qualche furbone, stanco del colorito bronzeo del pupo (che detto tra noi deve avere la prostata d'acciaio, altro che bronzo!!) deve aver ben pensato di abbellirlo un pò. In fondo da queste parti

si porta vestire le statue.

Era all'incirca la fine del mese di maggio.

Ed ecco la sorpresona! Pare che questi allegroni dei ferrovieri cambino i vestiti del piccolo al cambiare delle stagioni!! Una sorta di cicciobello ma moooolto più pesante!

La statua è il pezzotto di quella realizzata a Bruxelles da Jerome Duquesnoy nel 1916 e si trova nella stazione dal 1952 ed è di padre ignoto, forse si sono persi la fattura o l'hanno occultata per fini ignoti, chissà! X->

Adesso non mi resta che aspettare e vedere quali nuove e strabilianti acconciature riusciranno a escogitare questi Missoni de no'artri!!

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Introduzione

Ho deciso di aprire questo blog per poter rendere partecipi della mia nuova vita da impiegato tutti quelli che mi conoscono.

 

"Impiegato" è il termine da cui partirei per spiegare il significato della parola "Salaryman".

Il termine, infatti, indica in generale tutti coloro che si sostengono percependo uno stipendio, gli impiegati, appunto. Con un'accezione leggermente dispregiativa si intendono gli impiegati senza una carica specifica, gli impiegati di basso livello, i nuovi assunti e gli impiegati senza particolari ambizioni di carriera.

Ma da quando sono anche io un salaryman, per me ha assunto anche un nuovo significato:

svegliati alle 6, corri a prendere il treno delle 7:18, combatti con gli altri salaryman per entrare nel vagone e per conquistare un minimo di spazio vitale, cerca di non addormentarti sulla scrivania nonostante il caldo, la noia e il sonno, mangia e ripeti il tutto in senso inverso per ritornare a casa!

 

Mi sembra di essere un supereroe che lotta per la difesa del suo stato mentale!!

Anzi, a rileggere il tutto mi sembra quasi di essere un pokemon!!

 

Ma in fondo è tutta questione di ritmo. Una volta ce ci si abitua a questa routine è possibile ritagliarsi i propri spazi!

 

Ma di questo e altro ne parlerò più approfonditamente nei prossimi post.

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